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Le ferie estive sono l’occasione perfetta per scoprire terre nuove, rilassarsi e fare scorta di prelibatezze locali. Se quest’anno sei stato in Sicilia, probabilmente hai vissuto un viaggio tra mare, cultura e soprattutto sapori indimenticabili. L’isola è un vero e proprio scrigno di eccellenze enogastronomiche, molte delle quali legate a piccole realtà agricole e cooperative sociali che lavorano nel rispetto della terra e delle persone.
Il gusto della tradizione: tra conserve, pasta e aromi mediterranei
Uno dei souvenir più amati dai viaggiatori è il pesto alla trapanese, preparato con pomodori freschi, mandorle, basilico e aglio. Ma attenzione: se hai portato a casa un vasetto, non puoi rinunciare a un bel pacco di busiate, perfette per esaltare ogni cucchiaiata di pesto.
Altro must? Le conserve di pomodoro siciliano, spesso realizzate da cooperative sociali che promuovono l’inclusione lavorativa. Sono ideali per chi vuole portare a tavola il sole dell’isola anche in pieno inverno. E se hai trovato una crema di pistacchio artigianale magari di Bronte DOP, provala sul pane tostato o come ripieno per dolci: un piccolo lusso quotidiano.
Vini siciliani: un viaggio nel bicchiere
La Sicilia è anche terra di grandi vini. Dai bianchi freschi come il Grillo e il Catarratto, ai rossi intensi come il Nero d’Avola e il Frappato, ogni sorso racconta una storia di vitigni autoctoni e terroir unici. Se hai visitato una cantina locale, gestita da una cooperativa, avrai sicuramente assaggiato etichette che meritano di essere condivise a casa, magari durante una cena con amici.
Un consiglio? Abbina un Nero d’Avola a una Caponata di Melanzane: il contrasto tra dolcezza e acidità è pura armonia.
Il lato goloso della Sicilia
Le Paste di Mandorla, i torroni morbidi, la Cioccolata di Modica, le marmellate di agrumi e i fichi secchi ripieni: piccoli tesori da gustare lentamente.
Hai portato con te del pistacchio di Bronte DOP? Usalo per preparare un pesto alternativo, oppure per arricchire un risotto cremoso. Il suo aroma è inconfondibile, e il colore verde smeraldo lo rende perfetto anche per decorazioni gourmet.
Agricoltura sociale e commercio equo: il valore dietro il prodotto
I prodotti tipici siciliani che trovi su Qui Da Noi provengono da cooperative agricole sociali, che uniscono qualità e impatto positivo. Acquistare da queste realtà significa sostenere progetti di inclusione, tutela ambientale e sviluppo locale. È il caso di cooperative come Si Può Fare a Noto, che promuove l’inserimento lavorativo attraverso l’agricoltura, Valdibella, a Palermo, dove la terra è coltivata con amore e rispetto, o Verbumcaudo dove la passione per l’agricoltura nasce da terre confiscate alla mafia.
Cerca i loro prodotti online e scegli di riempire la dispensa con gusto e consapevolezza.
Portare a casa un pezzo di Sicilia significa molto più che acquistare un prodotto: è un modo per prolungare il viaggio, per condividere sapori autentici e per sostenere chi lavora ogni giorno con passione e responsabilità.
Scopri i prodotti tipici siciliani nel nostro e-commerce e continua a viaggiare a tavola.
La birra artigianale italiana è ormai sinonimo di qualità, territorio e passione. In alcune realtà virtuose del nostro Paese, questa bevanda diventa anche uno strumento di inclusione sociale, lavoro dignitoso e riscatto personale.
È il caso di diverse cooperative sociali italiane che hanno scelto di fare birra in modo etico, mettendo al centro le persone più fragili e trasformando il prodotto finale in un vero atto d’amore verso la comunità.
In Veneto, Puglia e Basilicata, nascono progetti che dimostrano come l'artigianalità possa andare ben oltre la qualità del prodotto: è un modo di fare impresa responsabile, che valorizza il territorio e crea opportunità concrete per chi spesso resta ai margini del mondo del lavoro.
Nei birrifici sociali ogni fase della produzione – dalla scelta delle materie prime all’etichettatura – è pensata per includere persone con fragilità psichiche, disabilità o in situazioni di disagio sociale.
La formazione sul campo è centrale: operatori e tecnici specializzati accompagnano i lavoratori in un percorso che valorizza le loro capacità, favorendo l’apprendimento di mansioni reali, la responsabilizzazione e l'integrazione. Il risultato non è solo una birra eccellente, ma un'esperienza che cambia la vita, sia di chi la produce che di chi la consuma.
In Puglia, attraverso il progetto brassicolo SBAM! Campo dei Miracoli racconta il suo legame con il Parco dell’Alta Murgia attraverso le etichette, vere e proprie narrazioni visive che celebrano fauna, paesaggio e cultura locale.
Matarè, in Basilicata, è un altro progetto attraverso il quale la cooperativa Mest recupera i personaggi e le leggende della storia di Matera, trasformandoli in birre uniche che parlano di radici e appartenenza.
In Veneto, infine, l’esperienza birraia diventa parte integrante di un laboratorio di inclusione lavorativa, a cura della cooperativa sociale Monteforte il Fiore, il Birrificio Il Bagolo, dove ogni gesto, anche il più semplice, è pensato per generare impatto sociale positivo.
Acquistare queste birre significa sostenere un modello economico solidale, in cui il profitto non è l’unico obiettivo, ma si intreccia con la promozione della dignità umana. Significa scegliere un prodotto che racconta una storia vera, fatta di persone, territori e secondi inizi.
Brinda al cambiamento e alla solidarietà: scegli birre artigianali a impatto sociale.
C’è un modo di fare agricoltura che guarda avanti, che rispetta la terra, chi la coltiva e chi la nutre. È l’agricoltura sostenibile promossa da Ortofruit Italia e Lagnasco Group, cooperative piemontesi che hanno saputo trasformare una filiera agricola locale in una rete internazionale, mantenendo però intatti i valori della cooperazione e della qualità.
Tra i tanti frutti di questo lavoro condiviso, spiccano le confetture, piccoli capolavori di genuinità che racchiudono tutto il sapore della frutta coltivata con cura e trasformata senza scorciatoie.
Solo frutta. E basta.
Le confetture firmate dal consorzio sono 100% frutta, senza glutine, senza pectina aggiunta, senza nulla che non sia strettamente necessario. La dolcezza proviene esclusivamente dagli zuccheri naturali della frutta, per un risultato sorprendente per gusto e leggerezza.
Ogni vasetto racconta una storia fatta di territorio, stagionalità e passione, dove le varietà locali e i piccoli frutti (come mirtilli, lamponi, more, ribes o baby kiwi) diventano protagonisti di un prodotto naturale, buono e sano.
Dal campo alla tavola, una filiera che rispetta
Dalla selezione delle migliori cultivar, alle tecniche agronomiche più attente, fino alla trasformazione in stabilimenti all’avanguardia: ogni passaggio viene curato nel dettaglio per garantire qualità, sicurezza e sostenibilità.
In un mondo agricolo spesso dominato dalla logica del profitto, questo consorzio punta invece su un modello in cui le cooperative collaborano tra loro, condividendo risorse, conoscenze e obiettivi comuni. Una scelta che fa la differenza, in campo come sul mercato.
Il segreto delle confetture di Lagnsco resta profondamente radicato nella terra piemontese, nelle pratiche agricole etiche, nel lavoro delle mani che raccolgono, selezionano e trasformano.
Perché anche un gesto semplice come spalmarle sul pane può diventare un atto di scelta consapevole: per sé, per gli altri e per il pianeta.
Prova il tuo gusto preferito, non potrai fare a meno anche degli altri!
La Mela Annurca è una varietà di mela tipica del territorio italiano, in particolare della Campania, riconosciuta con Indicazione Geografica Protetta come Melannurca Campana IGP.
È considerata la "regina delle mele" per il suo sapore unico, il profumo intenso e le proprietà nutrizionali. È spesso consigliata nelle diete per il suo effetto benefico sulla digestione e sulla salute in generale
Ricca di antiossidanti e polifenoli, utili per la salute cardiovascolare, contiene molte vitamine (soprattutto C e B1, B2) e sali minerali come potassio, ferro e fosforo. Aiuta a regolare il colesterolo e favorisce la digestione.
Oggi, grazie alla creatività di tanti chef, la mela annurca è diventata un must per comporre dessert naturali e gustosi!
Vogliamo proporvi un dessert costruito con questo prezioso frutto, ispiratoci da Pasquale Alberico, autore del blog I Sapori del Mediterraneo.
Per la preparazione abbiamo selezionato il miele di corbezzolo prodotto da Terrantiga, l’unico collettivo apistico della Sardegna e, per la riduzione, il Casavecchia, vitigno italiano a bacca nera presente in Campania.
Ingredienti
- 4 mele annurche
- 1 bicchiere di vino Casavecchia
- 5 cucchiaini di miele di corbezzolo Terrantiga
Preparazione
Le Mele
Lavate accuratamente le mele Annurche sotto acqua corrente e asciugatele con un panno di cotone.
Se desiderate un tocco più aromatico, potete incidere leggermente la buccia con un coltellino.
La Base Aromatica
In una teglia rettangolare, versate un bicchiere di vino Casavecchia e aggiungete un cucchiaino di miele di corbezzolo, mescolando delicatamente per amalgamare i sapori.
Adagiate le mele nella teglia, cercando di distribuirle in modo uniforme.
Caramellizzazione
Con un cucchiaino, versate un po’ di miele attorno al picciolo di ogni mela per esaltarne la dolcezza durante la cottura.
Se gradite, potete aggiungere una spolverata di cannella o scorza di agrumi per un aroma più intenso.
Cottura
Infornate in forno statico già caldo a 180°C per circa 30-35 minuti, o fino a quando la buccia inizierà a staccarsi leggermente e le mele diventeranno morbide.
Una volta cotte, lasciatele riposare nel forno spento per qualche minuto per intensificare i sapori.
Riduzione del vino e miele
Se il liquido di cottura risulta troppo liquido, trasferitelo in un pentolino e fatelo ridurre a fuoco basso fino a ottenere una consistenza sciropposa.
Servizio
Servite le mele calde, tiepide o fredde, irrorandole con la riduzione di vino e miele.
Per un tocco extra, guarnite con noci tritate, mandorle tostate o una pallina di gelato alla vaniglia.
Terrantiga aderisce a Generazione Honey, il progetto che intende valorizzare e promuovere i prodotti dell’alveare sostenendo la filiera apistica cooperativa italiana, quale esempio di eccellenza produttiva, sicurezza alimentare, genuinità, biodiversità e rispetto dell’ambiente. Il progetto è finanziato dal MIPAAFT.
Il grano duro Senatore Cappelli è una cultivar storica di frumento, selezionata agli inizi del XX secolo dal genetista Nazareno Strampelli. Prende il nome dal marchese Raffaele Cappelli, promotore della riforma agraria che distinse ufficialmente tra grani duri e teneri.
Diffuso nel Sud Italia, soprattutto in Puglia ed in Basilicata, rappresenta una delle varietà di grano più pregiate del nostro patrimonio agroalimentare.
Negli ultimi anni il rinnovato interesse verso i "grani antichi" ha portato a riscoprire il valore di questa varietà, apprezzata perché non geneticamente modificata e per le sue straordinarie qualità organolettiche e nutrizionali. Ricco di vitamine B ed E e con un alto contenuto proteico, il Senatore Cappelli è stato a lungo soprannominato in Puglia la “carne dei poveri”.
Oggi questo grano è la base per la produzione di farine biologiche di pregio e paste di alta qualità, capaci di mantenere sempre una cottura perfetta al dente.
La crescente domanda di prodotti naturali e salutari trova risposta nell’impegno delle cooperative locali, che valorizzano tradizione e sostenibilità.
Per la preparazione della schiacciata pugliese, protagonista del pranzo di oggi, abbiamo utilizzato la farina di grando duro Senatore Cappelli, prodotta dalla Cooperativa Palazzo Piccolo di Ascoli Satriano (FG).
La farcitura, invece, è un omaggio ad alcune delle eccellenze enogastronomiche italiane, selezionate con cura da SCIALARI bottega cooperativa nel cuore di Catania.
I capperi di Salina DOP al Sale Marino dell’azienda agricola Dott. Lorenzo Mirabito, dalla consistenza compatta e il sapore intenso, aromatico e pungente.
Il Tonno Rosso e i Filetti di Alici in Olio di Oliva , prodotti da Aciblù, cooperativa siciliana che lavora esclusivamente tonno pescato localmente, nel pieno rispetto dell’equilibrio dell’ecosistema marino.
Procuratevi una teglia di 38,5 cm x 29 cm circa, mettete il grembiule e iniziamo!
Ingredienti per l’impasto della schiacchiata
- 700 g di farina di Grano Duro Senatore Cappelli
- 440 g di acqua
- 4 g di lievito di birra
- 1 cucchiaio raso di sugna
- 22 g di sale
Ingredienti per la farcitura:
- 1200 g di cipolla fresca
- 1 cucchiaio e 1/2 di Capperi di Salina DOP al Sale Marino
- 45 g pomodorino Pachino Secchi
- 6 pomodorini freschi
- 200 g di Filetti di Tonno in Olio d’Oliva Aciblù
- 5 Filetti di Alici in Olio d’Oliva Aciblù
- Olio extra vergine di oliva q.b.
Preparazione
1. Eliminate lo strato esterno delle cipolle e affettatele sottilmente. Cuocetele a fuoco medio in una padella con mezzo bicchiere d’acqua per circa 10-15 minuti, finché l’acqua non sarà evaporata.
Aggiungete mezzo bicchiere di aceto, alzate la fiamma e fatelo assorbire completamente.
Riducete nuovamente il calore, unite il sale, i capperi, i pomodorini secchi e freschi, e fate insaporire con un generoso filo d’olio extravergine per 5-6 minuti. .
2. Disponete la farina su una spianatoia, creando un incavo al centro. Sciogliete il lievito in una tazzina di acqua tiepida e versatelo nell’incavo. Aggiungete il resto dell’acqua e il sale, quindi iniziate a mescolare con le mani fino a incorporare tutta la farina.
Impastate energicamente fino a ottenere un composto liscio e omogeneo.
Lasciate riposare per circa un’ora.
3. Dividete l’impasto in due panetti da circa 550 g ciascuno. Sistemate i panetti in un panno di cotone e poi in un contenitore, coprendoli con un panno umido. Fate lievitare per circa 6 ore, o finché l’impasto non sarà raddoppiato di volume. .
Infarinate la spianatoia e adagiatevi delicatamente l’impasto, sollevando i bordi del panno. Stendetelo con le dita, girandolo su sé stesso per ottenere uno strato uniforme. Trasferite l’impasto in una teglia precedentemente oleata con sugna o olio extravergine.
Distribuite il condimento di cipolle, tonno e alici su tutta la superficie dell’impasto.
Coprite con il secondo panetto, steso seguendo lo stesso procedimento.
4. Spennellate la superficie con olio extravergine d’oliva e bucherellatela con una forchetta. Infornate in forno preriscaldato a 250°C per 20-25 minuti, finché la superficie non sarà ben dorata.
Buon Appetito!
Tips & Abbinamenti
Per accompagnare al meglio la schiacciata pugliese, ricca di sapori decisi e mediterranei, consigliamo di scegliere un vino che possa valorizzarne i contrasti e le sfumature aromatiche, come un Fiano di Avellino DOCG o un Rosato del Salento IGP.